Carcinoma della prostata - Tumore prostatico metastatico con resistenza alla castrazione: immunoterapia - Lineeguida AIOM 2024


L’immunoterapia ha fino ad ora prodotto risultati deludenti nel trattamento del carcinoma prostatico. Gli unici dati favorevoli sono quelli relativi a Sipuleucel-T, un vaccino a cellule dendritiche ( cellule mature autologhe presentanti l’antigene [ APC ] ottenute dal singolo paziente mediante leucaferesi e coltivate insieme a una proteina di fusione ricombinante contenente fosfatasi acida prostatica ); le APC caricate con l’antigene sono poi reinfuse nel paziente mediante tre somministrazioni per via endovenosa.

Lo studio IMPACT ha arruolato 512 pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione ( mCRPC ) e ha riportato una differenza statisticamente significativa nella sopravvivenza mediana ( 25,8 mesi nel braccio sperimentale vs 21,7 mesi; HR 0,78; IC 95% 0,61-0,98; p=0,03 ) e un effetto non-significativo sugli altri endpoint, tra i quali la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ).

Alcune importanti critiche metodologiche sono state mosse agli studi con Sipuleucel-T: due terzi delle cellule dendritiche raccolte dai pazienti nel gruppo placebo, diversamente da quanto accaduto nel braccio di trattamento con Sipuleucel-T, sono state congelate e, di fatto, non-reinfuse, non potendosi quindi escludere un effetto detrimentale proveniente dalle procedure ( peraltro ripetute ) di leucaferesi, nei pazienti arruolati nel braccio di trattamento con placebo. Questo potrebbe spiegare il fatto che nel gruppo placebo è stata riscontrata una significativa differenza di mortalità tra i pazienti più giovani e quelli più anziani, cosa mai evidenziata in altri studi. Altre criticità sono rappresentate dai criteri di selezione della casistica, dalla complessità ed indaginosità della procedura e dal costo elevato. Tali criticità hanno limitato di fatto l’impiego di questo tipo di vaccinoterapia.

Sostanzialmente negativi sono invece i risultati di altri studi con vaccini.

Per quanto riguarda, invece, gli inibitori dei checkpoint immunitari i primi studi sono stati negativi.

La FDA ( Food and Drug Administration ) ha registrato Pembrolizumab per uso in seconda e terza linea nel tumore alla prostata metastatico con resistenza alla castrazione nei pazienti che presentano microinstabilità satellitare o alterazioni dei geni coinvolti nel riparo del DNA. ( Xagena2024 )

Fonte: Lineeguida AIOM 2024 [ Istituto Superiore di Sanità ]

XagenaMedicina_2024



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